lunedì, Maggio 20, 2024
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l’Unione Inquilini festeggia: assolti a Messina gli occupanti dell’ex caserma

Assolti in Appello gli occupanti della ex Caserma Carabinieri della famiglia Stagno D’Alcontres – Tutta l’Unione Inquilini gioisce per la sentenza di assoluzione

Ribaltata la sentenza di primo grado dello scorso luglio con la quale si condannavano gli imputati ad 1 anno e 7 mesi di reclusione e 500€ di multa.

Il giudice di Appello ha assolto gli imputati, riconoscendo loro lo “stato di necessità” (art. 54 C.P.) attraverso una circostanziata sentenza di 8 pagine.

Ci tocca ricordare, anche in questa occasione, che la Procura avanzò richiesta di archiviazione del procedimento già a maggio del 2019 e la famiglia Stagno d’Alcontres con il suo legale si opposero, animati, secondo noi, da uno intollerabile spirito punitivo.

La sentenza, oggi, rende giustizia sicuramente sul piano squisitamente penale perché ricostruisce storicamente e in maniera dettagliata lo stato di estrema vulnerabilità socio-economica e abitativa in cui versavano le dieci famiglie (con 17 bambini), che ha spinto ad occupare tempestivamente una struttura, per altro abbandonata da diversi anni, per non aggravare ulteriormente la propria condizione. Questi sono stati gli elementi costitutivi della scriminante ovvero quelle motivazioni che hanno condotto all’assoluzione degli imputati perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non sussiste.

Ringraziamo apertamente il nostro legale, l’Avv.Carmelo Picciotto, per la meritoria azione svolta e per l’indiscutibile dedizione e perseveranza con cui difende nelle aule dei tribunali i segmenti più fragili della nostra società.

Resta tuttavia il problema politico e sociale dell’abitare che sporge prepotentemente il capo anche dalle righe di questa sentenza. Non viene garantito in questo Paese il diritto all’abitare e al contempo centinaia di migliaia di alloggi popolari e privati sono vergognosamente sfitti, inutilizzati e abbandonati.

Sarebbe il caso rovesciare il mantra della legalità. Troppo spesso alla sbarra ci finiscono i più poveri del Paese. Il Governo continua a gettare benzina sul fuoco: inasprire le pene fino a 9 anni di carcere per chi occupa un alloggio, senza fare alcuna distinzione tra un alloggio popolare e una struttura abbandonata pubblica o privata o addirittura applicando la norma nei confronti di chi viene sfrattato, che risulta occupante senza titolo per un periodo determinato, è un atto barbaro, incivile, odioso e profondamente classista.

Iniziamo a pretendere legalità dallo Stato che dovrebbe impedire che gli sfratti violino i diritti umani e disattendano i Trattati e Convenzioni ratificati dal nostro Paese.

Dobbiamo pretendere, nel rispetto della nostra Costituzione, che i privati non lascino marcire colpevolmente i propri edifici in barba all’ art. 42 della Costituzione che statuisce sulla funzione sociale della proprietà privata.

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