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IN EUROPA SI LAVORA A UN PIANO CASA, SIAMO PRONTI? SUI TAVOLI LE FORZE SOCIALI PER IL DIRITTO ALL’ABITARE 

Dichiarazione di Silvia Paoluzzi, segretaria nazionale dell’Unione Inquilini

“Da Strasburgo Ursula von der Leyen nel discorso programmatico per la sua elezione a presidente della Commissione europea annuncia la prossima nomina di un Commissario per guidare il prossimo Piano europeo per alloggi. 

In Europa ci si rende conto delle povertà crescente e della necessità di lavorare su fondi pubblici e privati per migliorare la vita dei cittadini schiacciati dall’impossibilità di accedere ad una abitazione adeguata come richiamano i Trattati internazionali. Dall’Europa servirebbero almeno 100 miliardi di investimenti per iniziare da subito a lavorare in maniera concreta e programmatica. 

In Italia siamo pronti? Sembra proprio di no se si considera che il decreto “Salva Casa” del Ministro Salvini non è altro che un condono che non opera sull’incremento degli alloggi pubblici, ma sulla possibilità ad esempio di dare per abitabili spazi di soli 20 mq comprensivi dei servizi, o sottotetti annunciati come una misura che affronta il crescente disagio abitativo. 

Abbiamo bisogno di riporre al centro il patrimonio pubblico per soddisfare le 650 mila richieste di alloggi popolari, aiutare le 140 famiglie che ogni giorno vengono sfrattate dalla forza pubblica, ai 170 mila nuclei impossibilitate a pagare il mutuo. Oppure dobbiamo rassegnarci al fatto che il Governo che doveva tutelare la famiglia lo farà sì, ma solo per quelle ricche? 

Guardiamo ai neo eletti nel Parlamento Europeo con la speranza che si possano finalmente definire politiche abitative strutturali anche con un confronto diretto e partecipato di tutte le realtà che operano da anni nella tutela degli inquilini. E’ il momento di non lasciare la Commissione europea da sola a decidere quale piano casa europeo finanziare, ora è importante che in tempi brevi a livello nazionale ma anche e soprattutto i sindacati, i movimenti, i comitati si connettano tra loro per definire una piattaforma europea e diventare interlocutori sia della Commissione europea che del Governo italiano per effettive politiche pubbliche inclusive che si rivolgano a contrastare la precarietà abitativa in Italia e in Europa. Non staremo a guardare il piano casa della Commissione europea, invitiamo tutti i soggetti interessati in Italia e in Europa a creare ambiti unitari e di vertenza territoriale a livello nazionale ed europeo.”

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